Imprese edili e coronavirus: cosa è successo ad un anno dal primo lockdown.
Com’è cambiata la vita delle imprese di costruzioni ad un anno dal primo lockdown dovuto dal coronavirus in Sardegna? Vi raccontiamo la nostra esperienza diretta attraverso l’intervista all’amministratore Gianluca Atzori.
Un anno fa iniziava il primo lockdown in Sardegna dovuto all'emergenza coronavirus. L’impresa ha sospeso tutte le attività dal 12 Marzo al 4 Maggio. Come avete affrontato la chiusura?
Come ho descritto nel primo articolo dedicato alla riapertura (le imprese edili dopo il coronavirus), durante il periodo della chiusura totale abbiamo sempre pensato al futuro ed al momento della ripartenza. Ovviamente le prime emozioni erano contrastanti: da un lato preoccupazione per i lavori interrotti, le limitazioni alla libertà, dall’altro la voglia di metterci in gioco ed affrontare la nuova sfida.
Ci sono stati degli aspetti positivi durante il periodo di lockdown?
Durante il periodo del primo lockdown dovuto al Covid-19, siamo riusciti a consolidare il rapporto tra colleghi nonostante la distanza forzata e abbiamo sfruttato a nostro vantaggio il tempo a disposizione per analizzare la struttura gestionale ed amministrativa dell’azienda. Inoltre, abbiamo dedicato del tempo alla formazione ed all’implementazione dell’area marketing con la selezione del nuovo personale.
In quel momento ci siamo da subito dedicati a comprendere il nuovo decreto rilancio e il Bonus 110% dedicato proprio all’edilizia e all’efficientamento energetico. Abbiamo da subito studiato il decreto relativo al Superbonus 110% e creato una formula per i nostri clienti privati, per le aziende e per i condomini .
Com'è cambiato il lavoro dell’impresa ed il rapporto con la tecnologia e quali sono state le nuove opportunità nate durante la pandemia?
Abbiamo iniziato a lavorare a distanza sfruttando l’opportunità del telelavoro e dello smart working.
Dopo il blocco di circa due mesi, da maggio tutti i cantieri hanno ripreso le lavorazioni e se ne sono aggiunti di nuovi; nel frattempo, la pandemia ha creato nuove “abitudini digitali” che abbiamo continuato e continuiamo ad impiegare anche oggi: dal lavoro a distanza, alle consulenze online, agli appuntamenti con i nostri potenziali clienti via Skype o Zoom.
Grazie all’impiego della tecnologia siamo riusciti ad ottimizzare il tempo a disposizione ed abbiamo avuto un’ottima risposta anche da parte dei nostri clienti. Nonostante il “filtro dello schermo” siamo riusciti ad instaurare ottimi rapporti di fiducia e lavoro, quello che si presentava inizialmente come un limite si è rivelato invece un’ottima occasione.
Com'è cambiata la quotidianità in cantiere a causa del Covid-19?
Sin da subito ci siamo adeguati alle normative e alle misure contro il Covid-19 ed oggi, a distanza di un anno, continuiamo a seguire i protocolli per la sicurezza, sia in cantiere che in ufficio:
- Monitoriamo gli accessi in cantiere ed in ufficio mediante la misurazione della temperatura, che deve essere inferiore ai 37,5°. In caso contrario l’accesso non è consentito e dovrà essere fatta segnalazione all’autorità sanitaria o al medico curante della persona non idonea all’ingresso.
- Ci assicuriamo che TUTTE le persone che entrano in cantiere siano adeguatamente informate sulle azioni per evitare il contagio da coronavirus (distanze obbligatorie da mantenere, utilizzo degli adeguati dispositivi di protezione individuale)
- Anche negli spazi aperti, qualora non si possa mantenere la distanza di almeno un metro, le persone indossano obbligatoriamente la mascherina, i guanti e gli occhiali di protezione.
- Sanifichiamo quotidianamente i mezzi, i box per la mensa ed i servizi igienici.
- L’attrezzatura impiegata in cantiere viene personalizzata con dei segni di riconoscimento o, quando la stessa attrezzatura viene impiegata da più persone, procediamo alla sanificazione della stessa.
- Abbiamo aggiunto un servizio igienico per le persone esterne.
Cosa ha insegnato la pandemia a chi lavora nel settore dell'edilizia?
Per quanto riguarda la nostra esperienza, possiamo dire che le nuove opportunità nascono proprio nei momenti più particolari: le nuove sfide si convertono in traguardi raggiunti ed occasioni per migliorarsi, sempre grazie al prezioso lavoro di squadra.
La pandemia ci ha insegnato ad apprezzare quello che di solito diamo per scontato, ci ha insegnato ad adattarci alle nuove circostanze con uno spirito più ottimista e a dare sempre più valore al lavoro di squadra!
Sarda Strade ed Urbana Costruzioni. Due realtà del territorio sardo
Sarda Strade è un’impresa di costruzioni che nasce ad opera del geometra Giovanni Atzori, nel 1974. Una realtà che opera nel territorio meridionale sardo, nel campo delle opere pubbliche infrastrutturali. Negli anni l’azienda si è affermata nel settore per la sua qualità e competenza, realizzando un gran numero di opere edili e infrastrutturali a servizio del territorio e della popolazione del sud Sardegna. Oggi l’impresa è amministrata dal geometra Gianluca Atzori.
Urbana è un marchio Sarda Strade specializzato nell’edilizia privata di tipo industriale, commerciale e residenziale. Il marchio Urbana nasce da un’intuizione del geometra Gianluca Atzori per rispondere alla crescente domanda da parte del mercato dell’edilizia privata: in questi ultimi anni, infatti l’azienda si affacciata verso il mercato dell’edilizia privata di tipo industriale, commerciale e residenziale cercando sempre le soluzioni migliori per il committente.